Ali nel buio

Finalmente, dopo varie occasioni mancate, ho l’opportunità di avere un incontro ravvicinato con animaletti normalmente poco abbordabili: i chirotteri, meglio noti come pipistrelli.

Questa sera, infatti, potrò assistere ad operazioni di cattura volte allo studio della specie: l’incontro comprenderà quindi anche un assaggio di vera ricerca scientifica.

Spiriti Liberi Carlo Rebonato ReCaP 2

Trattandosi di animali selvatici protetti dalla legge, fondamentali per il mantenimento di molti ecosistemi in tutto il mondo, i pipistrelli sono oggetto di studi e monitoraggi continui. Con più di 1300 specie, sono gli unici mammiferi in grado di volare (chirottero significa infatti “mano alata”).

Pur essendo in grado di adattarsi ad una grande varietà di ambienti, sono purtroppo minacciati da degrado ambientale, pesticidi e intolleranza umana. Per questo motivo, molte istituzioni e associazioni fanno opera di divulgazione ed educazione su di loro.

Anche Andrea Pereswiet-Soltan, dottore al Departement of Paleozoology dell’Università di Wrocław (Polonia), persegue questo scopo, coadiuvando anche il Centro Educazione e Ricerca Chirotteri del Veneto.

L’appuntamento è sul far della sera in uno degli ambienti eletti a rifugio da questi animali: le grotte. Verso le 20 ci troviamo quindi già all’interno di una piccola cavità della Lessinia, dove avviene il posizionamento degli strumenti utili allo studio sui pipistrelli, che a quest’ora cominciano a volar fuori alla ricerca di cibo.

Una rete lieve come una ragnatela viene posizionata in prossimità dell’uscita, in attesa del loro arrivo. Dopo pochi istanti al buio, ecco udirsi, appena percettibile, l’atterraggio forzato dei silenziosi ospiti.

Posso così osservarli da vicino mentre mani esperte li liberano dalla rete, afferrandoli per la collottola proprio come dei gattini. Il pelo che ne ricopre il busto è morbidissimo, quasi impalpabile, mentre le ali appaiono fragilissime: sono costituite da un sottile strato di pelle.  Guardandoli in movimento, anche se limitato, noto la perfezione della loro natura, la meraviglia della struttura fisica, con la mano alata che l’evoluzione ha loro regalato.

Nell’espressione del musetto, tutta l’innocenza del mondo animale, incaponito a vivere e lottare pur non capendo quanto gli accade.

Nel giro di circa un’ora, vengono catturati più di venti esemplari. Delicatamente sbrogliati dai fili, vengono poi adagiati uno ad uno nei rispettivi sacchettini, in attesa di essere esaminati e liberati. Spiriti liberi Carlo Rebonato ReCaP

Durante la “visita”, viene valutato anche lo stato di salute dei piccoli animali, pesati e misurati in alcune parti del corpo.
Man mano che li osservo, si fa strada un sentimento di tenerezza verso animali a volte così sbrigativamente demonizzati (vampiri?), stereotipati (non si attaccano ai capelli) o bollati come “brutti”: basterebbe saperli vedere.
Vi invito quindi ad informarvi correttamente, ad esempio qui, evitando in generale di dare credito a fonti incerte o a notiziole che appaiono anche sui social network: il mondo è altro!
E vale la pena conoscerlo davvero. 😉

NB: Le ricerche citate in questo post sono state effettuate con i permessi di ISPRA, Ministero dell’ambiente, Regione Veneto e Parco della Lessinia.

 


Al lupo, al lupo!

I titoli altisonanti dei maggiori quotidiani veronesi hanno dato risonanza in questi giorni agli allarmismi legati alla presenza del lupo in Lessinia. I presunti avvistamenti vicino ad alcune abitazioni in loco hanno gettato acqua sul fuoco, già acceso abbondantemente dalle vistose predazioni da parte di questi leggendari carnivori.

Wolf

Il lupo è una specie protetta che è sempre stata presente sulle nostre Alpi ma a leggere tra le righe sembra che una convivenza tra lui e i “moderni” montanari sia impossibile. Un po’ sarà l’effetto scoop… ma un po’ davvero c’è chi si lascia suggestionare o ingannare dall’apparenza e non vorrebbe fare i conti con aspetti naturali di un territorio che si sta cercando di ripristinare in tutta la sua biodiversità.

A ben guardare, questi “al lupo al lupo” possono essere l’occasione per scoprire qualcosa di nuovo sul nostro territorio, qualcosa di prezioso che ci sta accadendo proprio sotto gli occhi e che, a tenerli chiusi, può apparire paradossalmente come “un problema”.

La Lessinia è una delle sette aree-chiave individuate dal Progetto WolfAlps (nell’ambito del più ampio programma comunitario Life di protezione ambientale) per la conservazione della popolazione del lupo nell’arco alpino attraverso una serie di azioni diversificate (monitoraggio, prevenzione, comunicazione, ecc..) tra le quali trova ampio spazio anche l’educazione e la gestione della convivenza tra lupo e attività umane.

E oltre a questo, i monti veronesi ospitano quella che è considerata una circostanza naturalistica eccezionale: l’unione, nel 2012, tra due lupi, l’italiana Giulietta e il balcanico Slavc, appartenenti a popolazioni diverse “isolate” tra loro da secoli, che ha dato vita all’attuale branco.

Per saperne anche molto di più, basta un clic al sito ufficiale del progetto, dove si troveranno tutte le informazioni sulle finalità dello stesso, le caratteristiche e la storia di questa specie, file informativi scaricabili, eventi e la possibilità di segnalare un avvistamento.

Se poi si vuole qualche spiegazione o approfondimento in più per voce viva, basta ascoltare anche su youtube Luigi Boitani, tra i massimi esperti sull’argomento.


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